Filippo Corsini acquistò il Casino con il relativo giardino nel 1621 commissionando i lavori all'architetto Gherardo Silvani.
È nella parte del giardino all'italiana, con le sue limonaie, le aiuole geometriche dal raffinato disegno, le siepi di bosso, le conche dei limoni e il viale centrale con le statue, che si manifesta lo spirito barocco dell'artista, la sua propensione alla scenografia.
Per aumentare l'impressione di maggiore lunghezza e profondità del viale l'architetto usò l'artificio di porre le statue e i rispettivi piedistalli ad altezze via via digradanti.
Nel 1834 la residenza viene destinata ad abitazione di don Neri e di sua moglie Eleonora Rinuccini i quali commissionano una serie di lavori sia di carattere architettonico che decorativo. Viene rialzato il tetto, si costruisce una nuova scala a pozzo, un grande stemma di famiglia affiancato da due ippogrifi viene posto sulla facciata del palazzo e alcune sale vengono affrescate.
Tra gli artisti coinvolti in questo progetto ricordiamo Ulisse Faldi, Gaetano Baccani, Luigi Giovannozzi e i pittori Giuseppe Gherardi, Gasparo Martellini e Pasquale Salviotti.
Negli stessi anni anche il giardino subisce delle modifiche in chiave romantica: si creano dei boschetti, una montagnola e un laghetto, una trasformazione che è ancora oggi leggibile nelle due masse boscose che chiudono come due quinte verdi il giardino.
Nei primi del Novecento fu commissionato a Vincenzo Micheli un nuovo edificio in stile rinascimentale da costruire accanto all'antico palazzo. Il giardino, come lo vediamo oggi, è stato oggetto di un intervento di sistemazione da parte di Oliva di Collobiano e presenta, oltre i due parterres geometrici, le limonaie, con pavimento di terra, grandi sportelloni di legno e larghi muretti per sostenere le conche di agrumi, e un prato con tigli secolari.
Per informazioni:
Giardino di Palazzo Corsini sul Prato via della Scala 115 Firenze